La decisione del Comune di Pietragalla di stipulare un contratto di mutuo con l’Istituto per il Credito Sportivo (535.000 euro da restituire in 15 anni) per realizzare un campo sportivo in erba sintetica solleva più di qualche interrogativo.
La ristrutturazione dell’impianto sportivo è davvero “un’opera di civiltà” tale da giustificare un indebitamento e avere la precedenza assoluta su altri lavori pubblici? Il nostro Comune ha talmente tanti campi sui quali intervenire che c’è l’imbarazzo della scelta, dalla viabilità alla messa in sicurezza del patrimonio. Le misure di mitigazione del rischio idrogeologico, i lavori indispensabili per riportare ad uno stato dignitoso la pavimentazione del centro storico, le opere di manutenzione alla rete stradale urbana e rurale, il completamento dei lavori di recupero e valorizzazione del Parco dei Palmenti non sembrano essere opere meno importanti. L’adeguamento dell’impianto sportivo è indispensabile ma non urgente, metterlo a bilancio con un mutuo è la scelta più facile ma anche quella meno equilibrata per un piccolo ente che non naviga nell’oro.
Dice la maggioranza: non si mettono le mani nelle tasche dei cittadini. Cerchiamo di capire, dati alla mano, se questa operazione sia effettivamente sostenibile senza un aggravio sulle casse comunali come dichiarato in Consiglio comunale lo scorso 18 novembre. Il prestito da richiedere ammonta a 535.000 euro da restituire in 15 anni a tasso zero con una rata quindi di circa 35.000 euro all’anno. La maggioranza però confida di ridurre la quota del mutuo a circa 30.000 euro attraverso un “cospicuo ribasso” nella gara di appalto. Da quali voci del bilancio comunale si andranno a recuperare questi soldi? Secondo quanto spiegato in Consiglio, ogni anno la rata verrà finanziata in questo modo: 11.000 euro dalla razionalizzazione delle spese per le utenze comunali di telefonia ed elettricità, 5.000 euro dai risparmi che si otterrebbero dall’abbattimento del 25% delle spese di funzionamento del nuovo impianto, 2.000 euro dalle sanzioni per abbandono di rifiuti grazie alla prossima installazione di foto-trappole, più altri non meglio quantificati introiti da un “leggero aumento” delle tariffe di utilizzo della struttura sportiva.
Ora, premesso che alcune previsioni di entrate, come quelle derivanti da sanzioni amministrative, sono altamente aleatorie e non attendibili e che molto spesso il ribasso ottenuto nelle gare d’appalto viene comunque speso per apportare varianti ai lavori, dando per buone tutte le previsioni e quantificando in circa 3.000 euro il leggero aumento delle tariffe di utilizzo della struttura (30% dei circa 10.000 euro incassati nel 2018), arriviamo alla cifra di 21.000 euro che sono pressoché i 2/3 della ipotetica rata da coprire. Anche con le più rosee aspettative quindi, l’Amministrazione comunale sarebbe costretta a tagliare risorse per i bisogni collettivi o ad aumentare i tributi (come tra l’altro già previsto nella tabella del DUP approvato a settembre, vedi pag. 45) per onorare la rata del mutuo.
Vale la pena rischiare un aumento delle tasse o un peggioramento dei servizi alla cittadinanza per un’opera non urgente che può essere finanziata con risorse esterne? Perché appesantire ancor di più le uscite del bilancio quando già il nostro Comune è costretto fino al 2044 ad accantonare ogni anno 40.730 euro per non trovarsi scoperto di fronte ad un possibile enorme disavanzo frutto di contenziosi e pendenze che sommati arrivano a superare abbondantemente il milione di euro? È bene tenere a mente inoltre che questo investimento viene deciso in un periodo storico di progressiva riduzione delle risorse statali (il fondo di solidarietà comunale è passato da poco più di 1 milione di euro del 2012 ai 685.908 euro del 2018) che costrige i Comuni a fare sempre più affidamento sulle proprie entrate.
Su una cosa non ci piove: tutti i cittadini vogliono un impianto sportivo moderno ed efficiente. Quello che appare molto discutibile è sia la fretta di metterlo in cima alle priorità del paese sia la scelta di caricare sulle spalle dei cittadini il costo dell’opera, tanto più che la Giunta comunale ha già annunciato la volontà di partecipare a specifici bandi statali per le strutture sportive.
Sono d’accordo con il sindaco quando dice “il sintetico è un segno di civiltà” ma non mi “limiterei” solo a questo anzi! considero fondamentale la pratica sportiva per i giovani che purtroppo a volte sono poco propensi a “sporcarsi” sulla pozzolana. Detto ciò il sintetico è sicuramente un’attrattiva per le squadre che potrebbero venire a fare la preparazione pre-campionato e includendo anche la serra (posto ideale per allenarsi) ed offrendo loro anche 30-40 alloggi (tra i tanti abbandonati) nel centro storico, si potrebbe creare sviluppo. Calcolando tra l’affitto delle strutture sportive (compresa la nuova palestra) e il pacchetto alloggio+vitto+visite guidate (torretta/palmenti ecc.) 30.000 euro in entrata annui sono il minimo. Per cui il problema è risolto il campo in sintetico si può fare. (secondo il mio modesto parere)