La rivelazione fatta dalla minoranza consiliare via facebook sul retroscena che avrebbe portato l’Amministrazione comunale di Pietragalla ad accantonare il progetto di un campo sportivo in erba sintetica, conferma ufficialmente ciò che da tempo era solo una congettura. La ricostruzione, se non vera (ma fino ad ora non smentita da nessuno), è abbastanza verosimile ed è esemplificativa del tipo di dialettica politica esistente nella maggioranza e nella Giunta comunale. Assenze programmate per mandare segnali, ricatti e veti incrociati tengono in ostaggio il governo comunale e paralizzano parte dell’attività amministrativa. Non proprio eccellenti esempi di una politica che vuole perseguire l’interesse comune.
Per cercare le cause che hanno portato a questa situazione bisogna guardare un po’ indietro e domandarsi se in questi anni le liste amministrative sono state costruite con candidati aventi un progetto politico-amministrativo condiviso o se invece si sono strette alleanze innaturali, magari favorite da una regia politica regionale, al solo scopo di vincere le elezioni. Purtroppo, come è accaduto proprio in questo paese, le elezioni si possono anche vincere in modo schiacciante ma diventa difficile poi aspettarsi una amministrazione efficente con una maggioranza nella quale ognuno viaggia per conto proprio.
La minoranza biasima questo “modo vetusto di fare politica”, e non ha tutti torti, ma perché aspettare un anno per denunciare questi comportamenti poco chiari all’interno della Giunta? Non è preferibile forse rendere trasparente ogni processo decisionale documentando riunione dopo riunione tutti gli impegni e le promesse annunciate al chiuso? Questo sì che sarebbe un primo importante passo contro una politica esageratamente volpina e opportunista, perché costringerebbe gli amministratori a prendersi pubblicamente davanti ai cittadini, le responsabilità delle loro dichiarazioni e dello loro azioni.
In questa vicenda emerge anche un altro aspetto, non meno importante, che riguarda il rapporto ambiguo che si è venuto a creare tra maggioranza e minoranza. L’avere in Consiglio comunale due fazioni che si contendono lo stesso partito indebolisce tutte le azioni di controllo. E’ abbastanza singolare che governo e opposizione prendano insieme, nella sede del Partito Democratico, decisioni comuni con il timbro del direttivo di partito e quando ciò avviene diventa abbastanza scontato aspettarsi che giungano a degli accomodamenti per far valere le proprie richieste (rientra forse in questo caso la “fiducia condizionata” della minoranza all’ultimo bilancio di previsione?). Si può avere ancora fiducia in un’assemblea rappresentativa dove maggioranza e minoranza scendono a compromessi? Se è utopico sperare che in questa consiliatura più di qualcuno possa tornare sui propri passi, non è da visionari augurarsi al prossimo giro meno liste “ciniche”. Date le premesse sarebbe già un successo.