Le elezioni regionali hanno decretato un risultato storico: il Partito Democratico non è più il Partito Regione, non è più quella forza politica capace di occupare quasi militarmente ogni apparato politico-amministrativo della Basilicata. Con il Partito Regione si è sgonfiato anche il Partito Comune che solo due anni fa godeva di ottima salute dopo aver saziato la propria pantagruelica fame di potere inglobando tutti i consiglieri comunali, maggioranza e minoranza, nel proprio ventre. Una bolla scoppiata non appena ha iniziato a soffiare forte il vento del nord.
La musica è cambiata ma i suonatori sono sempre gli stessi. Le lunghe file per conquistare la tessera del PD sono già un ricordo sbiadito, oggi si vota a destra indossando le felpe identitarie ben nascoste sotto i cappotti. Ennesimo gattopardismo che negli ultimi anni ha raggiunto livelli patologici tali da compromettere credibilità ed autorevolezza dei protagonisti della vita politica locale.
Cosa ci dobbiamo aspettare nel breve periodo? Se queste sono le premesse niente di nuovo ma l’auspicio è che nella imminente competizione comunale possano emergere nuovi attori con precise e non mutevoli idee politiche, leali con gli elettori e senza l’ossessione della ricerca del riferimento politico in Regione, utile più al singolo che alla comunità.